Continuiamo il viaggio nel meraviglioso mondo poetico di Carmelo Aliberti in compagnia di Paola De Paolis

Paola De Paolis
gornalista, scrittrice, critico letterario, collaboratrice delle migliori riviste culturali e, in particolare, de LA FIERA LETTERARIA.
Come in ogni teorema, anche in questo Teorema di poesia di Carmelo Aliberti (il poeta siciliano di cui la Fiera Letteraria si occupò in occasione della sua precedente raccolta. “C’è una terra”), possiamo trovare un’ipotesi e una tesi; e le enunceremo così: se la poesia (soggetto) è un ponte gettato tra infinito e finito
Nell’intelletto abraso
transitano messaggi
mentre m’innalzo a stender
un rigo di luce tra due rive.
nel caso che (ipotesi) subisca una frattura
Il filo del fiume
che annodava le tue gioie e le tue pene
s’è spezzato
ora il tuo male e il tuo bene
bevono insieme
alla foce del sangue
il poeta non rimane prigioniero né del finito né dell’infinito (tesi), perché cade sempre a metà percorso. La dimostrazione del teorema precede naturalmente per via diretta (mai per assunto) attraversa queste poesie (scritte dal ‘64 al ‘74) di cui l’ultimo gruppo è insieme con clusione e corollario:
T’aspetto sul dorso dei miei anni
a cauterizzare le cesure …
enumero il passaggio di giorni
gonfi di scissure …
da una pozza d’ombra risorgono parole non arrese …
ed il passo è tamburo di morte
tra asole di luce la sopravvivenza del poeta è tutta affidata a un’acrobazia
Sei sull’ago in bilico e non sai
se genufletterti o remare
che a volte trova il suo equilibrio in un “parlar tra le labbra”, in quel
lamento di vivo
forato dalla sillaba nel brulichio insensato
del niente e dell’immenso
ma più spesso sbanda gridando “la bestemmia dell’amore” sull’impermeabile buccia delle cose. Ma sempre per cercare
sull’orbita incompiuta
la rassegnazione, la certezza, il bene
e trovarle
legate a un filo bianco.
per la rubrica SFOGLI L’AUTORE