IL LIBRO DEL MESE DI LUGLIO SCELTO DALLA RIVISTA DI LETTERATURA E OPPROFONDIMENTO CULTURALE “CULTURA OLTRE”– “IL MIO MONDO FINIRA’ CON TE” DI CARMELO ALIBERTI

Date: 24 luglio 2022Author: alessandria today1 Commento
IL LIBRO DEL MESE DI LUGLIO SCELTO DALLA RIVISTA DI LETTERATURA E OPPROFONDIMENTO CULTURALE “CULTURA OLTRE”– “IL MIO MONDO FINIRA’ CON TE” DI CARMELO ALIBERTI
Pubblicato da Carmelo Aliberti il 23 luglio 2022 in HOME

di Francesca Romeo
“La passione per la lettura era emersa in me spontaneamente fin da ragazzino, e precisamente dopo la lettura delle dolorose vicende della vita e della morte di Anna Frank”. Inizia così “Il mio mondo finirà con te” del professore Carmelo Aliberti. Un incipit che trasmette tutta l’enàrgheia e l’enèrgheia insita nella parola rappresentativa del suo romanzo. Già dalla copertina traspare ciò che è “in potenza”, ovvero il leitmotiv che Aliberti sgranerà pagina dopo pagina: la disperazione dell’uomo nel suo status di lavoratore-schiavo, vittima silenziosa delle angherie del padrone-industriale. Un interrogarsi e un interrogare sul perché del male, della sofferenza, dell’esistenza stessa. Ecco che l’amara condizione di sfruttamento cavalca i secoli e si ripropone, oggi come ieri, facendo leva sullo status di bisogno del lavoratore. A rendere ancora più incisiva questa condizione è la metafora scelta – con certosina cura da Aliberti – ossia l’affresco ritraente la figura di Giobbe nella Bibbia. Non una figura passiva vista nell’accettazione del subire secondo la proverbiale pazienza che lo connota. Ma una figura attiva, che chiama Dio, lo prega, gli chiede il perché. Un lamento eterno che si leva al cielo e che l’uomo, nella sua condizione di assoluta finitezza, fa suo. Giobbe non rinuncia. Giobbe sa attendere. Amore, meschinità, fatica quotidiana, difficoltà, ideali, affetti familiari si rincorrono e si sovrappongono in un universo superiore. Si avviluppano e si dipanano. Si palesano e si nascondono. È la straordinaria capacità narrativa di Aliberti che, come seguendo uno spartito, elabora note per suonare diverse melodie. Protagonista è l’amore. Un amore puro, vero, delicato come i petali di una rosa. Un amore senza lieto fine e, proprio per questo, imperituro. A viverlo è il giovane Carlo, un ragazzo pulito, buono, sognatore, che ha ereditato dalla famiglia quei valori essenziali intrisi di “sacrificio” e “abnegazione”, e Anna una ragazza bella, candida, genuina, saggia. “Anche dopo sposati dovremo camminare insieme, condividere il bene e combattere il male, comprenderci nei nostri errori e saperci ritrovare nel perdono reciproco, nelle scelte condivise di operare, accettandoci e correggendoci umilmente a vicenda” sono le parole rassicuranti di Carlo di fronte alle paure di Anna, parole che dipingono lo straordinario affresco di un sacro voto pronunziato innanzi alla promessa di una vita da vivere insieme. Ma Anna è qualcosa in più di una donna. Anna è una creatura indefinita, una musa, un angelo: Anna è Beatrice. E, proprio come Beatrice, Anna non è fatta per vivere su questa terra. Aliberti riesce così a incastonare nella cultura contemporanea una storia che segue i canoni di un amore cortese, rendendolo profondamente attuale e vero, senza tuttavia perdere il legame con il sublime empireo dell’amore irraggiungibile. Improvvisamente nella vita di Carlo appare Rosa, una “ragazza confidenziale e simpatica, spontanea e spensierata, uno sguardo limpido e saettante” come egli stesso la descrive. Ed inizia un nuovo amore, idilliaco e anch’esso, purtroppo, dal tragico epilogo: Rosa scompare inghiottita dal nulla. Emblematico il viaggio di Carlo: come Ulisse si spinge oltre simboliche colonne d’Ercole. Come Ulisse scende nell’Ade. Affronta i suoi demoni. E risorge. Significativo è l’incontro con il pastore. Carlo imprime allora una nuova direzione alla sua vita. Orienta la sua bussola sulle rotte dell’umanità, cercando di rispondere al più bello dei comandamenti cristiani: ama il prossimo tuo come te stesso.
Tra le novità di questa seconda ampliata edizione del romanzo, Aliberti ha aggiunto uno scorcio di delicata impetuosa poesia. Durante una sua visita a Castroreale, l’autore viene improvvisamente “folgorato” da una luce che faceva “ardere” la vetrata della cattedrale castrense. Ne scorge “il volto impomatato di una ragazza con il sorriso disegnato sulle labbra”. Una figura leggiadra, eterea, appartenente ad un altro mondo, che scuote il suo animo, che suscita in lui una sequela di ricordi che non riesce a collocare nello spazio e nel tempo, di cui non comprende subito il significato, ma che lo lasciano turbato. Solo in un secondo momento capirà, con rammarico per non aver compreso subito, che quella visione altri non è che Anna, la sua incontrastata Beatrice. Ed ancora, la fuga verso Trieste, città intrisa di storia e simbolismi patriottici, emblema del Risorgimento. Sì perché il protagonista è tutt’altro dall’essere un personaggio piatto o ripiegato su sé stesso. Carlo è l’antitesi del giovane Werther. Se da una parte anche qui il lettore tende a proiettare le proprie aspirazioni deluse sul personaggio alibertiano, tuttavia dall’altra Carlo risorge. Di fronte ad una serie di avvenimenti che sembrano destinarlo all’infelicità, Carlo sceglie di vivere. Non a caso nella IV di copertina Aliberti sceglie “La nascita di Venere” di Botticelli, icona forte della grandezza di Firenze e del Rinascimento. Infine una nota merita la nascita di una delle prime radio libere d’Italia, fondata a Trieste da Aliberti, e subito eletta la migliore da un referendum di “Novella 2000”.
La profonda cultura dell’autore, la voglia di divulgare il bello, il continuum avventurarsi sulle strade di quella che possiamo definire “la grande letteratura”, non fa altro che confermare Aliberti quale un fine esteta della nostra società e la sua produzione letteraria un raffinato exemplum di bellezza cui ispirarsi. Ci sarebbe molto altro da aggiungere, ma lascio al lettore l’incomparabile emozione dello stupore che si palesa ad ogni pagina.
Dott.sa Francesca Romeo (giornalista e scrittrice)