TRA IL BENE E IL MALE
POEMETTO DI CARMELO ALIBERTI
di 1290 versi in italiano e in Francese
un testamento spirituale ed etico per i nipotini Nives
e Daniele incartato nella luminosa giostra del gioco,
il binario esterno su cui scorre invisibile la disperazione
dell’anziano poeta che nasconde nell’apparente
sorriso il fuoco incandescente dell’inferno
e l’inferno esterno di una satanica guerra tra fratelli
che rotolano ciecamente verso l’Apocalisse finale.
Ma dal cuore straziato del poeta,l’orrore e la tragedia
magicamente si mutano in inno di preghiera e di
amore,in viscerale invocazione al Dio Padre
di tutti gli uomini affinchè faccia cessare l’odio
e la sete di sopraffazione di Caino verso Abele e
fermi la mano armata di Mosè pronta ad uccidere,
come estremo atto di fede,il proprio Isacco. Il gesto
d’amore del padre che si sente bloccare la mano
conforta l’agonia interiore del nonno-poeta,che
si allontana dall’arena del gioco,lievemente,
tranquillizzerà i bambini che presto tornerà dal
paese dei balocchi con tanti regali per loro. (Aliberti).
LUCIO ZANIBONI
Tra il Bene e il Male Con le edizioni “Terzo Millennio” Carmelo Aliberti, critico letterario, romanziere e poeta pubblica “Tra il Bene e il Male” un poemetto che si avvale della prefazione e traduzione in francese di Jean Igor Ghidina dell’Università Blaise Pascal (Francia). Possiamo definirlo un testamento spirituale per i nipotini Nives e Gabriel, estensibile a tutti i bambini del globo, auspicando che in questa epoca in cui vigono corruzione e mancanza di fede, non si smarriscano e vivano coltivando il Bene. Ci appaiono da commossa ispirazione, i due fanciulli che attendono i doni di Natale, perché sono stati ubbidienti, perché il maggiore ha aiutato la sorellina e questa la mamma a preparare i dolci per il papà. È un quadro famigliare in cui il nonno è la figura magica che i fanciulli seguono con gli occhi spalancati quando crea per loro un mondo fantastico di fiabe. Nella loro innocenza i bimbi incarnano nel nonno le loro aspettative di conoscenza. Il testamento non vuole essere per trasmissione di beni materiali, ma lezione di vita, retaggio comportamentale a evitare le tante brutture che vediamo oggi intorno a noi, nel rispetto delle regole che il Creatore a ognuno ha riposto nella coscienza. Sono quei valori che per le parole e l’esempio del nonno, Nives e Gabriel serberanno in cuore. Il rapporto affettivo nonno-nipoti è lasciato poi da Aliberti per tracciare una mappa del mondo odierno, in cui prevaricazioni, sete di possesso e potere e cinico materialismo dilagano. L’uomo di oggi è incapsulato nell’ego, dimentico dell’altro, considerato un diverso, staccato da lui e a lui indifferente. È un grido di dolore questo del poeta, ma anche di ribellione a tanta caduta dei valori. Mancano la solidarietà, l’aiuto a chi soffre; l’amicizia diviene interesse personale, svanisce non appena si sia ottenuto ciò che si voleva; non vale la parola data, tutto è sete di ricchezza. La società si regge su un utilitarismo sterile; impoverisce il creato inquinando, deturpando le sue bellezze, capovolgendo le principali regole proprie della sua natura e sopravvivenza. Nel mondo alligna anche il mostro della guerra, ora sotterraneo fra individuo e individuo, fra stato e stato, ora palese con spargimento di sangue, devastazioni, terrore, esodi di masse alla ricerca di una pace che pare non debba essere più considerata un bene per la convivenza umana. Così l’interesse, l’arricchimento, la sete d’avere, possedere, potere, spingono alla devastazione della terra che Dio ha donato con la creazione e che è in sé un canto, un inno all’amore universale, una poesia che nessun poeta potrà mai eguagliare. Aliberti parla di Dio, quel Dio che ha a cuore la sua creatura: l’uomo. Dio misericordioso e giusto che ha indicato coi Comandamenti la via del Bene. Il Male nasce dalla scelta individuale permessa dal Creatore, avendo lasciato il libero arbitrio. La ricerca sfrenata del sesso, la droga e la sete di denaro hanno illuso con un paradiso artificiale, rendendo dimentichi che la vita è una moneta da spendere in azioni che diano meriti per il Vero Paradiso, quello che ai Buoni sarà concesso nell’altra vita. Così il mondo presenta un misero, tragico spettacolo di povertà, guerre, furti, assassini, truffe, raggiri e carestie per milioni di uomini dimenticati dai loro simili. Il grido di dolore qui si fa ribellione, ironia, invettiva, condanna. L’umanità è scesa al più basso livello attraverso l’inganno, il baratto… abbandonando l’insegnamento di Cristo che si è sacrificato sulla Croce per la Redenzione. Si assiste alla caduta dell’eticità, del rispetto, con un sistema di vita lontana dal credo; è un mondo in cui il poeta non si ritrova, alieno da lui, e in cui l’unica luce che superi il materialismo risiede nelle radici cristiane. Tuttavia in questo drammatico spettro di materialismo c’è nel poeta la convinzione che la Provvidenza, l’amore di Dio, possa riportare la luce ai nostri giorni. I nipotini, ascoltando e seguendo i consigli del nonno e dei genitori potranno evitare le cadute e continuare a crescere secondo i princìpi cristiani. Li potrà aiutare anche la poesia, un faro nei momenti più tetri della storia dei grandi autori: Omero, Virgilio, Dante, Petrarca, Foscolo, Manzoni cha hanno lasciato orme di esteticità, ispirate dalle meraviglie dell’universo. Il poemetto “Tra il Bene e il Male” è un messaggio che ha valore universale e ogni nonno potrà farlo suo per i propri nipoti.
LUCIO ZANIBONI