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SEBASTIANO SAGLIMBENI MI ARRESTO D’ESTATE

                                                MI ARRESTO D’ESTATE

                                                Il tuo invito di scendere d’estate                                     

                                                laggiù  ambiguo. Io per questo,

                                                qui non afflitto mi arresto

                                                nel sole agostano che frequente

                                                affoga l’acqua forte.

                         Non scendo. Pure qui discretamente:                                                 

                                                mi prende in certe ore

                                                una brezza: non è di Taormina

                                                o della nuova Limina,

                                                                       ma è della Lessinia

                                                mondata, verde. Al ritorno del Cane

                                                poi dalle scaglie d’un  cedro

                                                del Libano  mostruoso le cicale

                                                stridono forte. Tu mi dirai: “non sono  

                                                le nostre”. Ed io in risposta: “ sono

                                                il pianto  di una pletora di menti

                                                che  va svanendo assieme al loro fumo”.

                                                Ascolta: Non potrà nulla accadere

                                                più bello della morte. Ce lo scrisse

                                                il bardo Walt Whitman. Mi è apparsa

                                                sul muro a secco ornato di gerani

                                                luminosa un meriggio a Caldiero

                                                dove vagavo ed ero

                                                inane tra gli annosi ippocastani.

 La sopraddetta poesia fa parte della silloge Suavis Domina editata a Verona nel 2011 con introduzione di Mario Geymonat. Di questa aveva scritto una sua intensa e sentita analisi sul quotidiano l’Arena il poeta Arnaldo Ederle, da alcuni anni defunto. In “Mi arresto d’estate”, l’autore si era considerato, come mille e mille che scrivono versi, un diverso, un motivato, come si suol dire. I poeti? Ricordo che ne esistono  un’infinità pure di spicco ma ignorati dai  media. Una vergogna. Nonostante la loro emarginazione, Calliope  prolifera tanto e, a proposito, non dimentico una boutade  di un editore siciliano che soleva divertirsi ripetendo: ”In una famiglia di cinque persone sei scrivono poesie in quanto uno di questi si firma con lo pseudonimo”.   

  Il poeta in “Mi arresto d’estate” non  canta una catabasi in terra di Trinacria, ma il rifiuto in quanto ove risiede può usufruire di piacevoli giornate e serate estive d’agosto con le brezze che certo non sono quelle  delle colline ioniche, con non lontano l’azzurro del mare. Amico poeta, Giorgio Gabanizza, bellissime e povere quelle colline di Limina, di Savoca, Casalvecchio e  di Antillo con le quali si imbatte il vacanziere, una volta uscito dal mitico Stretto con Scilla e Cariddi e percorre la riviera verso la baia di Taormina e la piana di Catania. Dicevo delle  brezze agostane veronesi. Belle a tarda sera in via 24 Maggio quando dalle scaglie di un mostruoso tiglio si tacciono le cicale che nella poesia di sopra “sono il pianto di una pletora di menti/che va morendo assieme al loro fumo”. E, conseguentemente, nulla potrà accadere  “più bello della morte” secondo il bardo Walt Whitman. Durante un suo vagare alle terme di Caldiero, il poeta di “Mi arresto d’estate” immagina di vederla luminosa, questa instancabile eterna mietitrice, “sul muro a secco ornato di gerani”.

   Poeta civile Giorgio, in questi anni di anzianità e di  rotture corporali ti sei fermato con predilezione al sole estivo nella tua città. Di questa, a volte, esprimi la storia con particolari sull’anfiteatro e sulla ricchezza dei vigneti che paiono un estesissimo fazzoletto, un dono della natura. Nella tua silloge poetica Stagioni ritrovate/ Con appunti per un poema (Albatros, 2020)hai, fra l’altro, cantato a Verona il 4 giugno 1964 e 30 luglio dello stesso anno:

                              Per quanti freddamente sorridono alle debolezze

                              di rimpianti, delle speranze, delle vere passioni

                              chiedo

                              se hanno saputo

                              per amare

                              piangere…..

e chiudi questo singolare testo con un interrogativo che suona:

                                         Quale la nostra canzone

                                         eterni mendichi senza

                                         zampogna?

Certo, come un tempo, non scendi per la gotica nostra penisola. Il tempo  pesa addosso come macina di mulino. Il poeta di “Mi arresto d’estate”  qualche tempo fa entrava più nelle Librerie che nei Caffè. In una delle diverse della città, una commessa gli chiese di volerla ricordare dopo che gli aveva venduto  in due tomi la  Poesia italiana del Novecento a cura di Edoardo Sanguineti. Allora, amico Giorgio, il poeta la ricordò  inviandole telematicamente il seguente lineare agile testo. Era verso la fine di febbraio.

                                                               RICHIESTA DI SUONI

                                                         Operaia, tra la dovizia di carta

                                                         stampata, in questi giorni ritornano

                                                         le viole che delicate tosto periscono.

                                                         Mi chiedi, capitato

                                                         laddove un po’  di pane  ti deriva,

                                                         suoni, che antichi ti vergo e mi ergo

                                                         di donare, mentre  tra le nebbie

                                                         di tristezza trapassa la  umana

                                                         dignità, complice la bestiale tirannia

                                                         di uomini forati dal profitto.

Di agosto, mentre la scienza prova a debellare la peste, per alcuni giorni, dopo che ti eri arrestato in città, sei uscito, Giorgio. Forse per ispirarti nei luoghi della tua gioventù trascorsa a Urbino, dove nacque Paolo Volponi di cui hai letto e non sei rimasto tanto rifatto il suo romanzo La macchina mondiale Hai così creduto di variare nel luogo dove visse l’orfano Giovanni Pascoli  il tuo esistere o ti sei illuso. Hai fatto bene in luogo di percorrere ogni giorno in bici le strade della città scaligera che ti disperde.

                                                                                      Sebastiano Saglimbeni

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Informazioni su Carmelo Aliberti

Carmelo Aliberti è nato nel 1943 a Bafia di Castroreale (Messina), dove risiede, dopo la breve parentesi del soggiorno a Trieste, e insegna Lettere nel Liceo delle Scienze Sociali di Castroreale. È cultore di letteratura italiana presso l’Università di Messina, nominato benemerito della scuola, della cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica. Vincitore di numerosi premi, ha pubblicato i seguenti volumi di poesia: Una spirale d’amore (1967); Una topografia (1968); Il giusto senso (1970); C’è una terra (1972); Teorema di poesia (1974);Tre antologie critiche di poesia contemporanea( 1974-1976). POETI A GRADARA(I..II), I POETI DEL PICENUM. Il limbo la vertigine (1980); Caro dolce poeta (1981, poemetto); Poesie d’amore (1984); Marchesana cara (1985); Aiamotomea (versione inglese del prof. Ennio Rao, Università North Carolina, U.S.A., 1986); Nei luoghi del tempo (1987); Elena suavis filia (1988); Caro dolce poeta (1991); Vincenzo Consolo, poeta della storia (1992); Le tue soavi sillabe (1999); Il pianto del poeta (con versione inglese di Ennio Rao, 2002). ITACA-ITAKA, tradotta in nove lingue. LETTERATURA SICILIANA CONTEMPORANEA vol.I,p.753, Pellegrini ,Cosenza 2008; L'ALTRA LETTERATURA SICILIANA CONTEMPORANEA( Ed.Scolasiche -Superiori e Univesità-) Inoltre, di critica letteraria: Come leggere Fontamara, di Ignazio Silone (1977-1989); Come leggere la Famiglia Ceravolo di Melo Freni (1988); Guida alla letteratura di Lucio Mastronardi (1986); Ignazio Silone (1990); Poeti dello Stretto (1991); Michele Prisco (1993); La narrativa di Michele Prisco (1994); Poeti a Castroreale - Poesie per il 2000 (1995); U Pasturatu (1995); Sul sentiero con Bartolo Cattafi (2000); Fulvio Tomizza e La frontiera dell’anima (2001); La narrativa di Carlo Sgorlon (2003). Testi, traduzioni e interviste a poeti, scrittori e critici contemporanei; Antologia di poeti siciliani (vol. 1º nel 2003 e vol. 2º nel 2004); La questione meridionale in letteratura. Dei saggi su: LA POESIA DI BARTOLO CATTAFI e LA NARRATIVA DI FULVIO TOMIZZA E LA FRONTIERA DELL'ANIMA sono recentemente uscite le nuove edizioni ampliate e approfondite, per cui si rimanda ai relativi articoli riportati in questa sede. E' presente in numerose antologie scolastiche e sue opere poetiche in francese, inglese, spagnolo, rumeno,greco, portoghese, in USA, in CANADA, in finlandese e in croato e in ungherese. Tra i Premi, Il Rhegium Julii-UNA VITA PER LA CULTURA, PREMIO INTERN. Per la Saggistica-IL CONVIVIO 2006. Per LA NARRATIVA DI CARLO SGORLON. PREMIO "LA PENNA D'ORO" del Rotary Club-Barcellona. IL Presidente della Repubblica lo ha insignito come BENEMERITO DELLA SCUOLA;DELL CULTURA E DELL?ARTE e il Consigkio del Ministri gli ha dato Il PREMIO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO 3 VOLTE. E' CUlTORE DELLA MATERIA DI LETTERATURA ITALIANA. Il Premio MEDITERRANEO alla carriera. Il PREMIO AQUILA D'ORO,2019. Con il romanzo BRICIOLE DI UN SOGNO, edito dalla BastogiLibri di Roma gli è stato assegnato il Premio Terzomillennio-24live.it,2021 Sulla sua opera sono state scritte 6 monografie, una tesi di laurea e sono stati organizzati 9 Convegni sulla sua poesia in Italia e all'estero. Recentemente ha pubblicato saggi su Andrea Camilleri, Dacia Maraini,e rinnovati quelli su Sgorlon, Cattafi,Prisco,Mastronardi e Letteratura e Società Italianadal Secondo Ottocento ai nostri giorni in 6 volumi di 3250 pp. Cura la Rivista Internazionale di Letteratura TERZO MILLENNIO e allegati. Ha organizzato Premi Internazionali di alto livello,come Il RHODIS e il Premio RODI' MILICI-LOMGANE. premiando personalità internazionali che si sono distinte nei vari ambiti della cultura a livello mondiale

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