9 Giugno 2021
PREMIO LETTERARIO
24live.it e “Terzo Millennio” presentano il concorso letterario per scrittori: scadenza prorogata al 30 giugno
A cura di Francesco Lui – Cultura, Attualità
Pensato dal poeta Carmelo Aliberti, il concorso darà vita ad azioni culturali concrete, in favore della scrittura e della lettura, con il fine di contribuire alla crescita del tessuto culturale e alla condivisione dei valori che la rivista promuove. Prima di essere inserito in volume, ogni testo poetico o narrativo verrà selezionato per autore e pubblicato sul sito della rivista. I componimenti ritenuti più validi dal comitato scientifico saranno raccolti in volume da una casa editrice romana, con prefazione del direttore responsabile della rivista Prof. Giornalista Nino Motta e con intervento del coordinatore Carmelo Aliberti.
Modalità di partecipazione
Si possono inviare poesie e anche racconti, per non più di 6 pagine, da selezionare e da inserire nell’Antologia “POESIA E NARRATIVA DEL 3° MILLENNIO”. La scadenza per l’invio delle opere è il 30 Giugno 2021 alla Segretaria del Premio email : terzomillennio2009@gmail.com o a Carmelo Aliberti, Via Sara Davis 111,34135 TRIESTE con posta raccomandata oppure alla segreteria del premio tramite email a cristinasaja@gmail.com a-terzomillennio 2009 @gmail.com o a Carmelo Aliberti, Via Sara Davis 111,34135 TRIESTE con posta raccomandata. Il materiale inviato al Premio non verrà restituito. E’ previsto anche un riconoscimento speciale fuori concorso ad Autori noti che si sono affermati nell’ultimo trentennio e anche a eventuali partecipanti giovani,come manifestazione di incoraggiamento a conti nu are a coltivare la passione per la scrittura creativa.
Non è prevista alcuna tassa di partecipazione, ma solo un contributo volontario e libero per spese di corrispondenza e di segreteria da versare sul c.c.p.n° 0102-9125513 dell’Associazione Culturale TERZO MILLENNIO NO PROFIT, VIA C.A;DALLA-CHIESA-22 98051 .CASTROREALE (ME), con causale: Contributo volontario.
Gli autori dovranno dichiarare di essere i soli proprietari dei testi, che sono inediti e tali rimarranno fino al 30 dicembre, periodo in cui prevedibilmente uscirà l’Antologia Provvederà la Rivista a fare le fotocopie necessarie agli esaminatori. La cerimonia di premiazione sarà trasmessa in diretta da una molto seguita TV locale.
MICHELE SANTORO-
NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’ (Marsilio,aprile 2021)
Michele Santoro con le sue inchieste ha raccontato trent’anni di storia italiana. Maurizio Avola è un killer della mafia che ha alle spalle ottanta omicidi e ha preso parte alla stagione delle stragi. Il loro incontro sradicherà le certezze dell’uno e porterà alla luce le verità nascoste dell’altro
«Non so bene perché ho deciso di incontrare uno che ha ucciso ottanta persone. Guardo Avola e ho la sensazione di trovarmi davanti uno specchio nel quale comincio a riconoscere tratti che sono anche i miei. Inizio a seguirlo in un labirinto di ricordi»
Maurizio Avola non è famoso come Tommaso Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer qualsiasi: è il killer perfetto4, obbediente, preciso, silenzioso, e proprio per questo indispensabile nei momenti decisivi. Forse sottovalutato dai suoi capi e dagli inquirenti che ne hanno vagliato le testimonianze, ha archiviati nella memoria particolari, voci, volti che coprono tre decenni di storia italiana. Ad accendere l’interesse di Santoro è il fatto che Avola abbia conosciuto Matteo Messina Denaro e abbia compiuto con «l’ultimo padrino» diverse azioni. Scoprirà però che è solo una parte, e non la più rilevante, di quanto Avola può svelare, andando incontro a quella che è probabilmente l’inchiesta più importante della sua vita. Addentrandosi nel labirinto dei ricordi, il giornalista si trasformerà man mano da interlocutore reticente in sodale a cui Avola affida le tessere del puzzle e le sconvolgenti rivelazioni che emergono. Mafia e antimafia, politica e potere, informazione e depistaggi, vicende personali e derive sociali si intrecciano in un racconto che si muove tra passato e presente, dalla Sicilia degli anni settanta al paese che siamo diventati
Lettera di Angelo Guglielmi a Michele Santoro su “Nient’altro che la verità”
Caro Michele,
ho letto il tuo libro come un romanzo a due protagonisti pur così diversi ma gelosi di una identità comune. La tua non è una intervista ma un confronto tra un ex ricco pasticcere che poi diventa un serial Killer e un laureato in filosofia che poi diventa un giornalista “cattivo”. A spingerli è uno stesso ribellismo l’uno contro il mondo (che lo induce a diventare un uomo d’onore) l’altro contro l’ingiustizia e il malaffare che abita nel suo Paese. Tra i due si sviluppa un dialogo alla pari, si scambiano informazioni sulle loro vite private mischiandole a confessioni sulla loro attività quotidiana sullo sfondo di una vita comune. Non fanno nulla per stornare il lettore dal sospetto che siano amici (e forse si stimano) nonostante che l’uno sia un mafioso e l’altro il più accanito combattente contro la mafia. Voglio dire che in loro c’è un surpiù di umanità in cui annegano la loro diversità. Mi ricordano certi romanzi francesi in cui la comprensione (e il compatimento) vince sul giudizio e la condanna (vedi Parigi che arresta le BR italiane da estradare e il giorno dopo le liberano perché non vogliono perderle).
Quanto alla mafia io non so niente (se non che esiste) ma so che tu sei il più acuto e veritiero conoscitore (e combattente) del fenomeno mafia, conosci le sue motivazioni di nascita, il suo sviluppo (favorito dalla complicità del potere pubblico), il suo stato attuale contro il quale ti sei scontrato anche tu rischiando la vita. Dico il più veritiero perché la tua inchiesta si appoggia (e fonda) su una raccolta continua e aggiornata di prove quale quella di uno storico che non arresta mai la sua ricerca accompagnata da intuizione e creatività. Oggi (o ieri) incontri il coprotagonista del tuo romanzo di nome Avola autore di ottanta assassini. È il più bravo servitore di Cosa nostra. Con lui intrattieni (come abbiamo già detto) un rapporto ricco di umanità e lui ti risponde con uguale disponibilità. Ma è proprio così? Non sospetti che sia un vanitoso (e questo è comprensibile) ma anche un po’ fanfarone? È possibile che sia stato il protagonista comunque il coprotagonista in vario modo di tutti i delitti (gli omicidi) di Cosa Nostra da Pippo Fava a Borsellino? Come lettore (e io sono solo un lettore) mi chiedo quale è la sua credibilità?
Solo tu puoi rispondere a questa domanda.
Questo è tutto, e sarebbe stato la mia traccia se avessi potuto restituito scrivere la recensione sulla Stampa. Hanno forse intuito (ma non si sono pentiti) che il tuo libro sarebbe stato meglio capito (e Questo è tutto, e sarebbe stato la mia traccia se avessi potuto restituito) da un occhio esercitato sui libri degli scrittori?
Caramente Angelo
(ndr: Angelo Guglielmi mitico Direttore di Raitre)
(La Stampa)