GABRIEL IMPAGLIONE
Direttore e fondatore della rivista mondiale, poeta, critico e giornalista, presidente mondiale dei poeti e della rivista isla nigra, dell’unesco
rende omaggio a Carmelo Aliberti
nel giorno del 50° anno di attivita’ e di diffusione culturale italiana all’estero
Ti ho letto per la prima volta, in diverse poesie sparse, negli anni 80, in Argentina, grazie al poeta e traduttore Antonio Aliberti, nato a Barcellona Pozzo di Gotto e trasferito a Buenos Arires negli anni 40. Subito incorporai nella mia piccola lista dei Poeti italiani, accanto a Quasimodo, Pavese, Montale, Luzzi Cattafi, Gatto, il nome tuo. Ho trovato nella tua poesia lo sguardo profondo di chi andava su questo mondo verso le nuove domande, trovavo il mistero che resta sulle parole del poema come sulle corde della chitarra restano le carezze delle dita del buon musicista, quei rumori di segreto lavoro, respiro dell’uomo sui territori del tempo. Penso che la tua opera non ritorni alle radici della grande lirica. La tua poesia è radice e fiore di grande lirismo. Meraviglia il suo profondo umanesimo. Il dolore del mondo è il dolore del poeta, la densa nebbia che ci circonda e affoga soltanto potrà sfidarsi con queste fiamme. Con questa poesia che è poesia dell’oggi e qui, ma con memoria, e pura vocazione costruttrice di futuro. Faro poetico. Direi Poeta del suo tempo, consapevole di essere nel mondo (complesso, feroce), che ci dona una voce universale fatta anche dalla ricca identità siciliana. Come far ritornare il lirismo alla nostra società, come stabilire sogni, fratellanze, impegni come pane caldo?
Carmelo, sono tempi bui. Così lontani dalla poesia e così bisognosi di poesia. Dimmi: Quando è andata via la poesia dalla poesia? Quando l’etica, la verità, la bellezza con piede nell’esilio lasciarono il vuoto alle paroline incolonnate per pura autocelebrazione, vanità pressa per talento nei talk show della cultura del nuovo secolo. (“… inquietati da un solo pensiero -/ ballo con eleganza? – Majakovski). Come dare avviso ai vicini che l’alba già è fiorita e possono cominciare i lavori del giorno? Mestiere di passeri e galli, il dare avviso dell’alba. Ma vediamo i nostri paesi fermi nell’attesa (inconsapevole), i nostri vicini credendo oscuro quello che rivela le sue forme con chiarezza. C’è tanto da fare … e c’è tanta solitudine circondata da schermi, luci, brillii, offerte, missili!
Carmelo, mi dicesti giorni fa: “la forza della poesia ci sostiene nella resistenza all’assedio di ogni male e ci regala un indescrivibile innalzamento spirituale che ci dà gioia e ci innalza dalle brutture del Male e del mondo”: Incontrarci in piena resistenza non fa altro che darci ancora più forze. Sapere che siamo un pazzo pugno di “soli” non sta male, davanti alla certezza di tanto vuoto individualista, e ancora più, credo, convinto, che questo sia l’energia essenziale che ci salva la vita.
Trionferà l’amore E ti risposi
Lo sappiamo. La poesia è amore. Non durerà così tanto questa nebbia. Non si può nascondere il sole con un cartello di pubblicità. E io, in prima fila, Carmelo, con la tua poesia, ci spiegherai con umiltà – un’altra volta – le cose essenziali, i nostri i nostri compiti nel nostro tempo.
Nel 50° di Aliberti, Gabriel Impaglione, poeta, giornalista e autore, direttore della rivista mondiale della migliore poesia contemporanea, pubblicata sotto l’egida dell’Unesco, rende omaggio con traduzione in spagnolo di un florilegio di poesie di Aliberti.
La poesia è la pratolina che sbianca il verde stanco dei prati sul finire dell’inverno mentre va promettendo amore fra il m’ama e non m’ama. È la massima espressione dell’arte, l’essenza creativa qualsiasi ne sia la forma. La poesia accompagna i bimbi dalla nascita con nenie e filastrocche. Le ninne nanne sono rime in musica. I primi successi che ricordiamo son recite di versi, in piedi, sulla sedia per avere qualche altezza in più, vestiti di festa nel giorno della mamma o del papà, seri e impettiti, piccoli attori a raccogliere gli applausi di nonni, amici e parenti. La poesia è l’alba dopo ogni tramonto, la rinascita dalle dolorose ceneri, la speranza, è il sorriso che colma i cuori e illumina i volti mentre l’ultima lacrima diventa rugiada. Di questa poesia ci parlano i poeti, della sofferenza per la speranza perduta e mai perduta. È questo il messaggio che mi arriva dal poeta Gabriel Impaglione. Un poeta culturalmente impegnato a diffondere la poesia nella ricerca di destare gli animi dal torpore mentale prodotto dalla patina di indifferenza che l’egoismo e la smania di potere spalmano sulle buone intenzioni deviando la ricerca della felicità. Tutti protesi oltre la striscia gialla, intenti nello sforzo di fare il passo al di là della linea di cortesia, un po’ spinti un po’ sospesi, con gli occhi puntati sulla vetta dimentichi di guardare chi ci cammina accanto. Gabriel Impaglione sembra aver fatto della diffusione della poesia la sua missione, una missione che mira a cancellare quella patina che copre le anime soffocandone la genuina espressione. In un mondo dove tutti guardano verso le cime i poeti si guardano attorno, osservano chi gli sta accanto e come bambini, in piedi, sulla sedia, scrutano i volti attorno mentre distribuiscono gioie in versi, paghi della commozione che sentono straripare dai cuori di chi li ascolta. Per adempiere alla sua missione Gabriel Impaglione con la complicità di Tito Alvarado ha dato origine al progetto PALABRA EN EL MUNDO, lettura in simultanea mondiale di poesia, composta da readings organizzati dai poeti interessati, nel loro luogo d’ origine che si svolge in piazze, teatri, pub, centri culturali, scuole, progetto che oggi coinvolge più di 300 città in tutto il mondo. Impaglione si propone di abbattere le barriere linguistiche attraverso la lettura delle poesie quale linguaggio emozionale che viaggia oltre i confini attraverso l’universo. Con la rivista Isla Negra 12/422 – casa de poesía y literatura (Publicación inscripta en el Directorio Mundial de Revistas Literarias UNESCO) di cui è direttore, Gabriel Impaglione traduce e diffonde le poesie più belle dei poeti che si son impegnati e ancora si impegnano a colorare i prati inariditi dal gelo del nostro tempo come tante pratoline a primavera.
Nell’ultimo numero della rivista Isla Negra Gabriel Inpaglione ha dedicato una sezione alla poesia di Carmelo Aliberti traducendo in castellano dieci sue poesie. Un gradito omaggio che giunge nell’anno del 50° anniversario di attività culturale di Carmelo Aliberti e che si aggiunge ai numerosi omaggi ricevuti dal nostro “caro e dolce poeta” in occasione di questa importante ricorrenza. Omaggio assai gradito che arriva come un eco da oltre oceano da chi con grande umiltà si impegna costantemente in attività culturali a livello mondiale. Scrive Gabriel Impaglione alla nostra redazione:
“La poesia di Carmelo, e la sua opera, meritano ancora tanto di più, mi dispiace di non avere altre armi poetiche per moltiplicare i suoi versi, ma, questa piccolissima azione porta a tanti quella parola di identità e cultura che contiene, e già è un passo. Mi fa felice sapervi in questa strada di resistenza, sotto un tempo di nebbia buia. Un giorno avrà luce sufficiente per aiutare a far strada, per fare del mondo un territorio libero di cupidigia, pieno di poesia.
…” “…quel cammino che intraprendono i “soli” contro vento e mareggiata, lontani dalle maschere di salotto che pendono dalle vetrine come offerta del giorno. Incontrarci in piena resistenza non fa altro che darci ancora più forze. Sapere che siamo un pazzo pugno di “soli” non è male, davanti alla certezza di tanto vuoto individualista, e ancora più, credo, convinto, che questo sia l’energia essenziale che ci salva la vita. Forse perché la certezza di fraternità sia un’altra prova dell’immenso potere dell’amore, luce contro tutto il buio, consapevolezza di mano con mano davanti alla moda della disintegrazione.
Ho sentito un enorme piacere lavorando alle versioni al castigliano delle poesie. Mi sono confrontato con un universo complesso nella sua essenziale/profonda semplicità umana. Una sfida culturale che mi ha portato a cercare, leggere, ricercare -per una parola, per un verso- (che bella la grotta della Fata Morgana!) e anche questo grazie al poeta che da tanti anni ha aperto una strada per la quale vado a tentoni cercando quell’orizzonte irraggiungibile del poema.
Con ammirazione e affetto Gabriel”.
POESIA DI CARMELO ALIBERTI
Dal limbo terrestre
all’avventura metafisica dell’anima
Quando ho iniziato a scrivere queste righe per celebrare la tua poesia, ho ricordato un viaggio in Sicilia, la mia terra ancestrale, insieme a Giovanna Mulas, mia moglie, e ai cari amici Grazia e Francesco, che insieme alla loro figlia Martina ci hanno portato in auto da Sciacca a il centro dell’isola. Il cuore mi batteva con più intensità mentre entravamo nella provincia di Caltanissetta. Non ho distolto lo sguardo dalla strada, volevo stampare ogni angolo del paesaggio, ogni segno, ogni cielo. E in questo vortice di sentimenti la sua spirale mi portò quasi a levitare quando mettemmo piede a Mazzarino, scendemmo dalla macchina e camminammo in paese, chiedendo per Giovanna e Francesco Impaglione, gli amati cugini che appartengono al ramo della famiglia che non emigrò in Argentina all’inizio del ‘900. Quando arrivammo a casa loro tutto era un’emozione che dura ancora oggi. Il paese di mio nonno Giuseppe. La terra della mia famiglia, dove incontro le mie origini. Mi sono fermato a lungo a riprodurre quel viaggio, i paesaggi, i volti, la lingua che è per me come una musica, gli angoli del passato traboccanti di storia. Passato e presente pieno di sforzi e sogni. L’incrocio di così tante culture che ha arricchito sia l’isola che la sua gente. Sappiamo che la poesia, quando è Poesia, è nutrita dalle essenze che vivono nell’essere umano e nel suo ambiente (universale). In larga misura tutto questo – emozioni, identità, memoria – rappresenta la tua opera poetica, il tuo lavoro di poeta e uomo di Cultura. La tua poesia, come il mio primo viaggio in Mazzarino, mi dà emozioni identità memoria. Non avevo bisogno di esercitare il metodo per costruire un pezzo letterario che intende analizzare il tuo lavoro, le sue risonanze in me, i significati dei tuoi versi. Si trattava semplicemente di affrontare i manoscritti e lasciarmi trasportare dai loro vicoli, venti e maree. Semplicemente perché la tua “sicilianità” è amplificata in profondità e rende il tuo canto universale. Basta visitare la Sicilia per capire poi, leggendoti, la ragione delle tue profonde radici in quella terra, nei classici, nei valori fondanti della nostra cultura. E il meglio di ciò che viene dalla mano dell’arte e della filosofia; l’etica come codice incontestabile.
“Ninguno sabe la razón de tu exilio
y cómo mata
prorrogar todas las obligaciones
cuando el triunfo es clientelismo
Pero dentro prevalece el ideal
el empeño político fue amor
a una Isla enlutada (…)”
Non posso spiegare la tristezza e il lutto in una così bella e generosa patria, se non interpretando il fatalismo e la disillusione che ci mostrano – ancora! – il carattere autodistruttivo che occupa l’uomo nella sua cieca ricerca di idoli di argilla e l’accumulo di ciottoli colorati. È così che finisce il mondo? Ponendo fine all’uomo che ha perso la sua criticità, la sua vera dimensione di costruttore?
La lacerazione delle intime corde che vibrano quando dici fratello, davanti alla impotenza e l’orfanità di coloro che vedono come l’abisso sorge sulla nostra società, provoca nei tuoi versi un dolore che dovrebbe essere un avvertimento. Per l’indifferenza e la superficialità prevalente sembrerebbe solo retorica. Per la sensibile coscienza umana è un grido tempestivo che aggiunge la sua attenzione alla voce senza tempo dei poeti che camminano per il mondo con il cuore nelle loro mani.
Nel tuo poema mi hai detto: “Un vento stipendiato ti comunica / la fine dei poeti …”. Come va questo vento, fratello? Da dove viene, quando, perché? I grandi alberi lo fermano? I massicci, le vaste estensioni? C’è una possibilità di salvezza nelle pianure o dovremo rifugiarci nelle caverne, dove il pericolo delle sagome disegnate dalla luminosità di una lampada contro un muro può sembrare il mondo? Siamo nella grotta? Siamo noi le ombre? Chi ha inventato quella lampada? Tempi difficili, Carmelo. La falsa felicità di una bibita o di un telefono portatile nasconde l’impotenza di milioni di persone, nasconde la parabola della morte dei missili e gli spudorati incontri degli attivisti di profitto. Quale diario intitolerà a sei colonne un verso del poeta che avverte o saluta la meraviglia della vita? La poesia non si vende. Non si vende. Né se compra. Non ci sono mercati, né vetrate o slogan accattivanti. E sai, chiunque voglia scrivere poesie e realizzarlo, si allontanerà da una vita addomesticata e dalla legge della domanda e dell’offerta, della borsa e del trucco dell’occasione. Cosi dicesti:
“Dal sottosuolo dell’inesistenza
tu coi versi ancora incidi
negative nel rotocalco della vita
e attendi il boato di una nuova libertà”.
Nella nostra povertà, la ricchezza dei mondi che ci abitano, brilla come l’aurora boreale, come una goccia di rugiada sul papavero sorpreso dalla luce dell’alba. Se ci permettessero di distribuirla in maniera massiccia, mani in mano, casa per casa!
“Tutto nel buio è dialogo muto”, hai scritto.
Se le rivelazioni illuminassero questo secolo oscuro!
I vicini di questo pianeta convulso chiamerebbero le cose con il loro nome e, proprio come nell’antico sanscrito “vana” che significa “amore” era il nome del “vino”, del seme si direbbe anche amore e amore sarebbero chiamati i pesci, il minerale, ogni verdura, i mestieri e gli strumenti necessari per il progresso umano. Perché non c’è altro modo di pensare al futuro dell’umanità o un’altra ragione più importante per sentire la vita nella sua essenza primordiale. La sfida non è quella di provocare domani i cambiamenti necessari nella società in modo che tutto contribuisca a un possibile futuro. Dato come stanno le cose nel nostro vicinato, mantenere la resistenza più o meno stabile è un atto eroico. Come se una tempesta pazzesca, assoluta, rigorosa, infinita fosse gettata alla cieca sopra tutte le cose e il compito di trovare riparo sia limitato a non perdere di vista noi stessi, a stare fianco a fianco sotto un tetto improvvisato con le nostre mani. Se il governo delle parole costruisse una casa dove tutti noi trovassimo rifugio prima della tempesta! E le stesse parole ci dessero Nord e Sud, pranzo, dignità di lavoro, giustizia e fratellanza planetaria! Ma nelle nostre foreste le parole sono foglie che il vento prende di manciate e sotto ogni nuovo sole, meno fronda e meno fronda, fino a trasformare quella celebrazione del verde in un campione di scheletri affilati. La maggior parte delle persone appena interpreta una semplice storia su un giornale. Una percentuale minima legge poco più di un libro all’anno. Con poche parole che a volte sono scritte male, molti dei nostri giovani, che crescono senza orizzonti in una giornata grigia e stanca, si esprimono. Italo Calvino scrisse: “La letteratura (e forse solo la letteratura) può creare degli anticorpi che contrastino l’espandersi della peste del linguaggio”. Ma quelli che sono d’accordo con Calvino riescono a malapena a gestire le loro vite. Chi diffonde gli anticorpi necessari per affrontare questa piaga che corrode migliaia di anni di evoluzione umana? Noi, forse pochi in relazione a tanti recitatori applauditi nei saloni festivi, amministriamo la nostra povertà in modo tale da risultare ogni tanto il risparmio di un pane da condividere nella strada.
“Se guardi dietro i vetri innaffiati
oltre i cespugli del pantano
larve agonizzano spettrali
che contendono ai topi
cartocci arrugginiti di escrementi
se apri le braccia balza al cuor
Valle del Belice dove
i congiunti sotto le rovine
chiamano un popolo che attende
col tufo sul viso ancora l’alba” hai scritto.
Tradurre la tua poesia in spagnolo è stato un onore e un piacere per me. Ho raccolto, come ho detto all’inizio di questa lettera, le emozioni, l’identità, i ricordi. Anche la bellezza. Nutrienti per rendere il percorso che non seguo da solo, un percorso che prima o poi dovrebbe portare a un orizzonte chiaro. È la nostra sfida per i tutti i nostri figli. Spero, caro fratello, come sai, che questa semplice bandiera etica e amorevole, vada da mano in mano, come in una giornata di festa.
Nell’intelletto abraso
transitano messaggi
mentre m’innalzo a stendere
un rigo di luce tra due rive (…)”
Condannati ai sogni, dolce condanna, al generoso sacrificio e all’amore, gestore delle necessarie fraternità universali, Ti abbraccio, in poesia, Gabriel Impaglione
Gabriel Impaglione è nato a Buenos Aires nel 1958, poeta e giornalista argentino. Autore di: “Echarle pájaros al Mundo” (Ediciones Panorama, BsAs, 1994), “Breviario de Cartografía Mágica” (El Taller del Poeta, Galicia, 2002), “Poemas Quietos” (Antol. Editorial Mizares, Barcelona, 2002), “Bagdad y otros poemas” (El Taller del Poeta, Galicia, 2003), “Letrarios de Utópolis”.
“Qui disfa
Il suo rossore il giorno
E l’acqua che va
Con vele di madreperla
Si porta i baci
Carichi d’amore
Verso alte piogge.”
Gabriel Impaglione da “Giovannía: poesia d’amore”
Isla Negra 12/422 – casa de poesía y literatura
Publicación inscripta en el Directorio Mundial de Revistas Literarias UNESCO direttore:Gabriel Impaglione
“Nell’intelletto abraso
Transitano messaggi
Mentre mi innalzo a stendere
Un rigo di luce tra due rive.
EL FINAL DE LOS POETAS
Le tarde de marzo muere en el Tirreno
El gesto rechaza la palabra
Ya te pierdes en el vacio sideral
Con les cruces del Sur en processione
En tu lamentu de sir vivo
Agujerando par la sìlabra.
Un viento a sueldo te comunica
El final des los poetas mendo reflexionas
El auncio funebres, maledices
El istante trapasado en los sienes,
pero còsmica es la luz en que te pierdes.
(En “Messaggio d’amore”)
Ed TERZO MILLENNIO. Rivista Internazionale di Letteratura-ITALIA
Version al castellano de Gabriel Impaglione
Poesia.d’amore
(A mia moglie)
Ogni.giorno.con.te
occhi.di.miele
con.te.vivo.visioni.nuove
nelvortice.delle.ore
inventario.di.proteste.e.di.martiri
stracci.di.speranze.spalancate
sullo.sgomento.di.strade.offuscate
bocche.soffocate.nel.giorno
dal.clamore.di.voci.deserte
-mani.slogate.a.impastare
matasse.di.albe.e.di.tramonti
–mani.spalancate.ad.aspettare
la.spugna.di.Cristo.e.della.storia
–le.tue.mani.dipinte.di.incertezze
sull’orizzonte.del.domani
e.dentro,dentro.un.mondo.vuoto
a.stento.in.quel.momento.trattenuto
dal.bianco.fluorescente.del.tuo.seno
–fuori.il.tempo.corrode.la.mente
su.lamiere.di.acque.peregrine.
e.nelle.vetrine.l’abbaglio.dei.consumi
apre.prospettive.disperate
al tuo destino-
Ogni.giorno.con.te
la.tua.voce.soave
percuote.questa.stanza
dove.confeziono.rochi.manichini
sepolto.nel.tunnel.quotidiano
–ti.chiedo.notizie.dell’amore
mi.parli.di.un.universo.senza.fine
ti.chiedo.se.il.cuore.può.sperare
che.l’alba.di.domani
vedrà sorgere un giorno senza tempo
Tu.immersa
nel.viola.del.silenzio
sorridi.e.sembri.attenta
ad.uncinarmi.dentro.fatui.enigmi
Ogni.giorno.con.te
viola.d’amore
io.dipingo.prati.di.ninfee
mentre.nel.sangue.s’aggira.l’ago.del.dolore
la.mente.affonda.nel.tuo.sogno.segreto
si.confonde.trafitta.dalla.luce
nel.mio.labirinto.di.rovine
e devasta l’acropoli del cuore
Ogni.giorno.con.te
con.te.ricerco
nello.stridore.dei.tramonti
il.profumo.dei.fiori
il.senso.reale.dei.colori
il.mio.essere.perduto
nel.risucchio.dei.giorni.e.del.futuro
mentre.tu.allodola.gentile
ti.nascondi.nel.velo.dei.sogni
e.non.rispondi
Ogni.giorno.con.te
sei.dolcissima
con.me.che.riaffondo.nella.palude.del.male
e.mi.consumo.sul.molo.ad.approdare
nel.precipizio.dei.giorni.alle.tue.mani
che.scintillano.nella.muta.stanza
tra il brusio furtivo dei minuti
sempre più belle sempre più lontane
Poesía.de.amor
(A mi esposa)
Cada.día.contigo
ojos.de.miel
contigo.vivo.visiones.nuevas
–e.nel.espiral.de.las.horas
inventario.de.protestas.y.martirios
harapos.de.esperanzas.abiertas
sobre.el.miedo.de.calles.oscuras
bocas.sofocadas.en.el.día
por.el.clamor.de.desiertas.voces
–manos.desarticuladas.de.amasar
ovillos.de.albas.y.de.ocasos
–manos.echadas.a.esperar
la.esponja.de.Cristo.y.de.la.historia
–tus.manos.pintadas.de.incertidumbres
sobre.el.horizonte.de.mañana
y.adentro,adentro.un.mundo.vacío
fatigado.en.aquel.momento.detenido
por.el.blanco.fluorescente.de.tu.seno
–afuera.el.tiempo.corroe.la.mente
sobre.láminas.de.aguas.peregrinas
y.en.las.vidrieras.el.ladrido.del.consumo
abre.desesperadas.perspectivas
a. tu. Destino.
Cada.día.contigo
tu.voz.suave
golpea.este.cuarto
donde.confecciono.sordos,maniquíes
sepulto.en.el.túnel.cotidiano
–te.pido.noticias.del.amor
me.hablas.de.un.universo.sin.fin
te.pregunto.si.el.corazón.puede.esperar
a.que.el.alba.de.mañana
vea surgir un día sin tiempo
Tú.immersa
en.el.violeta.de.los.silencios
sonríes.y.pareces.dispuesta
a.apresarme.en.vanos.enigmas
Cada.día.contigo
viola.de.amor
yo.pinto.prados.de.ninfas
mientras.en.la.sangre.ronda.la.aguja.del.dolor
la.mente.se.hunde.en.tu.sueño.secreto
se.confunde.atravesada.por.la.luz
en.mi.laberinto.de.ruinas
y desvasta la acrópolis del corazón
Cada.día.contigo
contigo.busco
en.los.rumores.del.crepúsculo
el.perfume.de.las.flores
el.sentido.real.de.los.colores
mi.ser.perdido
en.la.vorágine.del.presente.y.del.futuro
mientras.tú.pájaro.gentil
te.escondes.tras.el.velo.de.los.sueños
y.no.respondes
cada.día.contigo
eres tan dulce conmigo
y.,yo.me.hundo.en.los.pantanos.del.mal
me.consumo.en.elmuelle.para.embarcar
en.el.precipicio.del.día.sobre.tus.manos
que.brillan.en.el.mudo.cuarto
entre el murmullo furtivo de los minutos
siempre más bellos siempre más lejanos
Allá arriba día a día
montones de huesos exhalan
gemidos de hambre, alrededor
fulgurantes cajitas cromadas
que protegen sombreros de plumas
y cigarros entre labios babeantes
me pisotean el corazón.
Dios de la nada
Dios de la nada y del dolor,
dios de los pobres, Dios mío,
asísteme te ruego para subir
los escalones de la oscuridad
con la carga del mal
y la pena del prójimo en el corazón.
Empujado por convulsas fantasías
he caminado racionales espirales
con la fuerza de los ojos,
arriesgué ante la fosa de los leones,
el oasis de vidrio,
la sombra, la masacre.
Ahora en el desierto del alma,
en el descenso homogeneo de la carne,
en el incendio de la historia y del futuro,
asísteme te ruego te prego a recortar
en la mezcla de la sangre y el pensamiento
la vela, la nube que salve,
la fuga al precipicio en el azul.
Dios de nada y del dolor,
Dios emergido de lo oscuro a intermitencias
en el delirio injusto del injusto,
asísteme te ruego mientras desgrano
istoria de piedad y de esperanza,
rientra trastabillo en otras ionósferas
y me obstino en esperar,
araña pegada al vidrio del porqué,
tu señal, la uña que arranque
el jeroglífico del día,
el sabor del cielo y del infierno,
al alma regresará la dulzura,
al mundo desconcertado su luz.
Il cielo rotola in lembi di cristallo
Tento con rosolata mano
Di trattenere il giorno che precipita
Dai rami stravolti nella sera.
“El cielo rueda en bordes de cristal
busco con dorada mano
detener el día que precipita
desde los deformados ramos de la noche “
Dio del nulla e del dolore
Dio dei poveri mio Dio
assistimi ti prego nel salire
i gradini del buio
con l’involucro del male
con la pena del prossimo nel cuore.
Lo incontrai alla stazione che partiva
l’interrogai, mi rispose – Vado via
in questi luoghi non ho più nessuno
la mia terra verde fiorita
non ha uno spicchio di pane per me.
Più tardi appresi
che era rimasto sepolto sotto il crollo
di una miniera in Belgio.
Gli amici assorbivano tristi
il fiato delle mie parole:
in quella storia sentivano ripetere
la vita di tutti loro.
Quisieras agujerear
Quisieras agujerear
la caparazón sigilada
de resignada conchilla
y dejarte arrastrar
al remolino del azahar.
Pero hierve la ola,
el fuego seca estrellas y cielo,
sobre el borde del.alma
tú ya no respiras,
el mareo asciende
y el mal se anula.
Otro día
Otro día
se arquea sobre nosotros
el armisticio terminó
en el registro
la red de sueños se ha destejido.
El hombre persiste en descomponer la unidad
y cabalgando satélites
va a la caza del oculto dios
Le ultime gemme
Le.ultime.gemme
luccicano.sui.tralci
nell’eccidio.del.giorno
nell’eclissi.del.mondo
sono.i.tuoi.occhi.di.stella.marina
che.scintillano.negli.abissi.della.notte
sono i tuoi occhi di fata morgana
Che.mi.accecano.sul.molo.di.Messina
nella livida stagione della diossina
Las últimas gemas
Las últimas gemas
brillan sobre las ramas
en la masacre del día
en el eclipse del mundo
son tus ojos de estrella de mar
que brillan en los abismos de la noche
tus ojos de maga o espejismo
que me ciegan sobre el muelle de Messina
en la lívida estación de la dioxina
Maggio ‘68
Maggio.’68.
nella.cortina.del.porto
un.concerto.di.clacson
sventolano.stendardi
ringhiano.slogans.impazziti
in.testa.lacera.l’aria
il fischietto della storia
Tu.nella.grotta.della.Fata.Morgana
trafitto.dalla.vergine.schiuma
d’ira.e.d’amore
rigeneri.covate.d’ideali
sull’argine.vergine.del.mare
riesplodono.i.sogni.sgozzati
sugli.specchi.degli.anni.favolosi
analizzi.sbricioli.assiomi
e.nei.vergini.inganni
della.nuova.frontiera
affondi.dolcemente
tra riverniciate pareti d’utopia
Mayo ‘68
Mayo‘68 .
en.la.zona.del.puerto
un.concierto.de.bocinas
flamean.banderas
ladran.consignas.enloquecidas
lascera.el.aire la.cabeza
con el silbato de la historia
Tú.en.la.gruta.de.la.maga Morgana
atravezado.por.la.espuma.intacta
de.la.ira.y.el.amor
incubas.ideales
sobre.el.virgen.terraplén.del.mar
florecen.los.sueños.degollados
sobre.espejos.de.años.fabulosos
analizas.axiomas.triturados
y.en.los.castos.engaños
de.la.nueva.frontera
te.hundes.dulcemente
entre repintadas paredes de utopía
Uscire e non sapere
I
Uscire.e.non.sapere.dove.andare
con.la.pioggia.che.devasta.le.ferite
dei.prati.e.delle.strade
gremite di silenzio e di sgomento
II
Incagliato.nella.tela.del.finito
mentre.bevi.l’umido.sole.nella.mano
vedi.tra.gli.alberi.di.fiato
schizzare.trecce.di.sogni.dalle.dita
verso.un.pollice.di.cielo.rischiarato
da.una.freccia.di.luna.dove.sai
l.rassegnazione.la.certezza.il.bene
legato a un filo bianco
Salir y no saber
I
Salir.y.no.saber.adonde.ir
con.la.lluvia.que.arrasa.las.heridas
de.prados.y.calles
hartas de silencio y consternación
II
Varado.en.la.tela.de.la.finitud
mientras.húmedo.sol.bebes.en.la.mano
ves.tras.los.árboles.del.aliento
como.salpican.los.dedos.sueños trenzados
hacia.un.pulgar.de.cielo.claro
flecha.de.luna.donde.distingues
la.resignación.la.certeza.el.bien
atado a un hilo blanco
Oltre i cancelli
Oltre.i.cancelli.scorticati.dal.furore
nella.gola.dei.passeri.scoppia.il.giorno
le.valve.si.arrendono.al.dolore
per.la.clemenza.dell’ombra
al.vertice.la.speranza.burocratica
del.bene.nell’aria.invalicabile
la.libertà.prescritta.dai.tuoi.sibili
è nei limiti lussuoso arredamento
Incolonnato.nell’ansia.della.resa
ascolti.il.delirio.di.chi.muore
in.cifre.di.disfatta.e.sperimenti
le.piaghe.del.coraggio
bruciato.su.sentieri.padronali
dove.i.mandorli.fioriti.sono.la.mano
aperta.del.cielo.che.solleva
dentro una nuvola di luce
Más allá de los portones
Más.allá.de.los.portones.desollados.por.la.furia
en.la.garganta.de.los.pájaros.estalla.el.día
Las.ostras.se.rinden.al.dolor
hasta.la.clemencia.de.la.sombra
En.la.cima.la.esperanza.burocrática
del.bien.–en.el.aire.infranqueable
la.libertad.establecida.por.tus.silbidos
es en el límite un lujoso mobiliario
Encolumnado.en.el.ansia.de.la.rendición
escuchas.el.delirio.de.quien.muere
en.cifras.de.derrota.y.experimentas
las.llagas.del.coraje
quemado.en.los.senderos.del.patrón
allí.los.almendros.en.flor.son.la.mano
abierta.del.cielo.que.alza
una nube de luz.
La fine dei poeti
La.sera.di.marzo.muore.nel.Tirreno
il.gesto.rifiuta.la.parola
già.sbandi.nel.vuoto.siderale
con.le.croci.del.Sud.in.processione
nel.tuo.lamento.di.vivo
forato dalla sillaba
Un.vento.stipendiato.ti.comunica
la.fine.dei.poeti.muto.valuti
l’annuncio.funerario.maledici
l’attimo.trafitto.nelle.tempie
ma cosmica è la luce in cui ti perdi
El final de los poetas
La tarde de marzo muere en el Tirreno,
el gesto rechaza la palabra,
ya te pierdes en el vacío sideral
con las cruces del Sur en procesión
en tu lamento de ser vivo
agujereado por la sílaba.
Un viento a sueldo te comunica
el final de los poetas, mudo reflexionas
el anuncio fúnebre, maldices
el instante traspasado en las sienes,
pero cósmica es la luz en que te pierdes.
Dialogo muto
Tutto nel buio è dialogo muto
il giorno miraggio che uccide
la cronaca tortura
il cuore insidia
Il transistor trama accordi nella notte
per te che non ascolti in sintonia
con un’onda tua
rare voci
scheggiate nel grido quotidiano
la gioia di ferite
di creatura schiava della terra
nell’ansia che l’azzurro la rivesta
Vorresti lenire
la dannazione fraterna
mentre pestato da mille mani
cerchi sull’òrbita incompiuta
lo spasimo del nulla o il bene eterno
Diálogo mudo
Todo en lo oscuro es diálogo mudo
el día ilusión que mata
la crónica tortura
el corazón engaño
La radio trama acuerdos en la noche
para ti que no escuchas en sintonía
con tu onda
voces extrañas
astilladas en el grito cotidiano
alegría de heridas
de criatura esclava de la tierra
ansiosa que el azul la cubra
Quisieras atenuar
la maldición fraterna
mientras golpeado por mil manos
buscas en la incompleta órbita
el espasmo de la nada o el bien eterno
L’insania di scrivere versi
Ora blàteri da microfoni spaziali
dove hai dovuto trasferire
l’insania di scrivere versi
Nessuno sa la ragione del tuo esilio
e come uccida
prorogare tutte le scadenze
quando il trionfo è gioco clientelare
ma dentro prevalse l’ideale
l’impegno politico fu amore
ad un’Isola di lutti
perciò fu fatale la ferita
Nella solitudine astrale
ora smerigli tarde primavere
e sogni soltanto di guarire
La locura de escribir versos
hablas a destajo desde micrófonos espaciales
donde tuviste que transferir
la locura de escribir versos
Ninguno sabe la razón de tu exilio
y cómo mata
prorrogar todas las obligaciones
cuando el triunfo es clientelismo
Pero dentro prevalece el ideal
el empeño político fue amor
a una Isla enlutada
por esto fue fatal la herida
En la soledad astral
pules tardías primaveras
y sólo sueñas en sanar
La stanza di carta
Presto fuggirò dalla stanza
di carta illuminata
dai miei errori
nell’assenza il quaderno
attenderò la mano che lo frughi
c’è il tempo speso in folli itinerari
sordo all’appello familiare
del pane certo
c’è il segno della mia riconoscenza
per chi ha impagliato
ghirlande di sogni nel mio inverno
c’è il senso di una vita
tentata con ragioni in cui ho creduto
la preghiera del dovere
bevuta sino al sorso dell’addio
Già nell’abisso fumano i pagliai
sotto la luna i contadini s’imbarcano
su vascelli di memoria e di demenza
nel prurito dei tizzoni s’agita il vento
che verrà a strapparmi l’ultimo grido
Chissà se dietro le tendine dissestate
vivrà il guaito una parola
La habitación de papel
Pronto huiré de la habitación
de papel iluminado
por mis errores
en la ausencia esperaré la mano
que urgue mi cuaderno
está el tiempo gastado en loco itinerario
sordo al llamado familiar
del pan seguro
está la señal de mi reconocimiento
para quien ha dado cuerpo
a las guirnaldas de sueños en mi invierno
está el sentido de una vida
tentada de razones en las que he creido
la oración del deber
bebida hasta el sorbo del adiós
Ya en el abismo humean los pajares
bajo la luna se embarcan campesinos
sobre naves de memoria y demencia
en el escozor de la brasa se agita el viento
que vendrá a arrancarme el último grito
Quizá si detrás de los ruinosos tendones
se lamente una palabra
So che verrai
So che verrai questa notte
agitando la bianca ala di farfalla
nell’inganno della mia fatua luce
Non tarderò ad aprire la finestra
e.finalmente.sepolto.nel.tuo.abbraccio
sentirò.cembali.intonare
un concerto d’amore e di pietà
Sé que vendrás
Sé que vendrás esta noche
agitando la blanca mano de mariposa
en el engaño de mi luz fatua
no tardaré en abrir la ventana
y finalmente hundido en tu abrazo
sentiré los címbalos entonar
un concierto de amor y de piedad
Tra due rive
Il.cranio.del.Re.fuma
su.nevrotici.precipizi
oscilla.la.rondine.tra.i.fili
accerchia.le.antenne.a.fiotti.d’ala
abbozza profili di partenze
L’ultima.mosca.crepita
nella maglia del ragno
Nell’intelletto.abraso
transitano.messaggi
mentre m’innalzo a stendere
un rigo di luce due rive
Entre dos orillas
El.cráneo.del.Rey.fuma
neuróticos.precipicios
oscila.la.golondrina.entre.los.hilos
circunda.las.antenas.a.golpes.de.ala
ensaya perfiles de partida
En la erosionade.
La,.mosca.crepita
en la red de la araña