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5 settembre 2016, Rodì Milici, Piazza San Filippo,

 

rodi

 

Lo scorso 5 settembre 2016, a Rodì Milici, in Piazza San Filippo, l’Amministrazione Comunale ha onorato il poeta Carmelo Aliberti, pregiandosi della sua presenza durante un Convegno organizzato in occasione dei suoi 50 anni di pubblicazione. Si tratta di un anniversario importante che ha avuto il suo culmine nelle parole che i relatori hanno preservato alla platea numerosa, attenta e silenziosa. A dare il via ai lavori, la mirata e lucida analisi introduttiva del Dott. Daniele Fazio relativa alla poetica e alla devozione alla cultura da parte di Carmelo Aliberti. “Ricordo come fosse ieri, casa mia invasa dai libri di Carmelo Aliberti che, già dalla sua tenera età e dai suoi primi scritti, prendeva in considerazione e passava al setaccio ogni angolo di questo paese che, mi permetto di dire è anche, in parte, il suo paese. Il paese dei suoi nonni e della sua infanzia, dove, benvoluto da tutti, amava vivere i suoi pomeriggi e dedicare, da studioso attento qual era, le sue ricerche a questi luoghi. Carmelo Aliberti, un maestro che ha omaggiato Rodì Milici ha molteplici sfaccettature filosofiche che vengono fuori dalle sue opere.”

Queste parole ed un’analisi certosinamente filosofica e degna del poeta, saggista, critico, storico, ricercatore Carmelo Aliberti, hanno preceduto quelle del Primo Cittadino del piccolo comune rodiese, Eugenio Aliberti, il quale ha dato il benvenuto ad un personaggio illustre dei nostri tempi che “con grande maestria ha dato e, certamente, darà ancora tanto al nostro territorio” – ha dichiarato, dicendosi onorato di accogliere un poeta di tale calibro in un luogo, Rodì Milici, pur essendo un territorio di piccola estensione offre moltissimo. “Si tratta di una realtà che, purtroppo, non viene apprezzata molto dal punto di vista culturale, ma che grazie a personaggi come Andrea Zanghì che ha fortemente contribuito a questa serata e grazie a Carmelo Aliberti, sarà innalzata a livelli mondiali, nei più grandi salotti di cultura.” Una serata piacevole, in una piccola e delicata piazza abbellita da unici dettagli storici che hanno fatto da cornice alle affettuose parole profuse nei confronti dell’insegnante, critico letterario, cultore di letteratura, poeta Carmelo Aliberti. Ripercorrendo le vicende universitarie e gli anni in cui si trovavano a dialogare sulla differenza tra sviluppo e progresso durante gli anni in cui Pasolini diceva di non essere credente, il Prof. Giuseppe Rando ha dipinto Aliberti come il poeta Cristiano, l’erudito uomo che con pacatezza ed accurato studio si dedica al mondo con il miglior mezzo che conosce. “Il lavoro, i valori forti, l’impegno diuturno, la bellezza, l’armonia, il mistero dell’universo… a questo lui ha dedicato e dedica la sua intera vita – ha dichiarato Rando parlando di Aliberti – Un cristiano cattolico, ma cristiano tout court per l’afflato religioso di comunione con gli umili, con i semplici, con gli ultimi, con gli emarginati, con tutti gli uomini di buona volontà. – ha ribadito il Professore che ha incoronato il poeta della serata come “persona unica e squisita che ha arricchito anche la sua vita.” Vicende personali che si sono intrecciate con vicende storiche, decenni di rara amicizia e studi dettagliati sono stati cantati dal Professore Rando prima e dall’Ing. Andrea Zanghì.

Quest’ultimo, da storico, ha ripercorso le importanti tappe storiche di Rodì Milici, rievocando il contributo a Rodì durante il 40° anniversario dell’Autonomia Comunale 1947 – 1987 con “Una storia da riscoprire” e le poesie “Longane” ed “Itaca” di Carmelo Aliberti. Lo storico locale non ha risparmiato gli elogi nei confronti di un uomo di cultura che ha dedicato molta vita a Rodì Milici, convinto che per la storia dei luoghi e dei suoi miti sia necessario battersi per lasciare ai posteri segni tangibili di un’umanità vera, fatta di cose semplici nell’era del reale per invadere e rinsavire il mondo virtuale così come ha fatto e continua a fare Aliberti, anche tramite la rivista Terzo Millennio. “Il nostro lungo e bellissimo viaggio è iniziato nel 1988, quando l’Amministrazione Comunale era sotto la guida dell’Avv. Carmelo Torre, – che tra l’altro sedeva in platea, visibilmente emozionato ed orgoglioso – persona di elevato spessore culturale, politico ed umano. – ha dichiarato l’ing. Zanghì, che ha ricordato per filo e per segno quando l’Avv. Torre ha incaricato il Poeta Carmelo Aliberti per la conduzione del Premio Internazionale Rodì Milici – Longane, al quale parteciparono studiosi di tutto il mondo e professori universitari, oltre a personalità politiche ed istituzionali di tutta la Sicilia per un premio che era dedicato alla cultura, ma anche all’imprenditoria. Quello è stato l’inizio di molteplici collaborazioni, ricerche e studi sul territorio.

“La fruttuosa e pluriennale collaborazione tra il sottoscritto ed il poeta – ha continuato Zanghì – è continuata fino ai tempi recenti con la rivista Terzo Millennio, toccando vette sempre più alte di orgoglio e riconoscenza. A Carmelo – ha concluso – porgo i miei migliori auguri per questi 50 anni di attiva dedizione alla cultura, incitandolo a continuare operosamente su questa strada. “

Cristina Saja, giornalista e redattrice di 24live.it, si è invece soffermata sul rapporto avuto con l’Aliberti insegnante durante gli anni liceali. Un’amicizia, un rapporto di stima, affetto e fiducia reciproca che si è protratto anche negli anni post – liceali fino ad oggi, alimentato dall’amore congiunto verso la cultura. L’onore, la fortuna e il privilegio di averlo avuto come insegnante e di averlo tenuto come erudito amico e maestro sono stati descritti in alcuni episodi, ormai storici, della quotidianità scolastica. “La 500 rossa, il malloppo di libri, gli occhi azzurri, l’aria sorniona di chi è profeta, ma lascia che le cose accadano, i 16 anni dei suoi alunni, le loro paure, i loro sogni, le loro pause e le loro repentine impennate di vita”: questi episodi chiave per descrivere un Aliberti come Araba Fenice, appeso alla cultura come un panno steso in terrazza che agitandosi fa ombre diverse cercando di allungarsi il più possibile; così il poeta di Bafia vuole cambiare il mondo. Tutte le sue opere sono un tesoro per l’umanità, ma la sua ultima “Messaggio d’Amore” è semplicemente quello che fa da una vita, dove viene sancita una fine della sua poetica che non si avvererà mai.

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Il poeta Aliberti, riconosciuto, apprezzato e recensito da tutto il mondo, stenta ancora a ritrovarsi nella cultura di casa sua, dove, avendo speso i suoi migliori anni, non ritrova il feeling eccelso dei saloni letterari del nord Italia, dove ha potuto realizzare la sua Rivista Terzo Millennio che presto diverrà Casa Editrice. Lui con la sua poetica unica, precisa, concordante, chiara, fa della poesia la sua unica preghiera e la innalza a motore del mondo, a dono del Divino Creatore, all’unica ancòra di salvezza. Il tutto è racchiuso nelle sue opere che passano necessariamente dall’Amore e dalla Donna, dalla storia alla lucidissima analisi de “La Questione Meridionale in Letteratura”, fino a tutte le sue opere che sono atti nobili d’amore e di dolore dove Aliberti canta il vero senso della lotta partigiana e denigra il mito del consumismo. L’operaio pentito ed umiliato si rivolge al poeta per supplicarlo a riprendere la lotta troncata a causa dell’agguato dei nuovi Dei dell’era moderna.  L’incontro ha trovato il suo epilogo nella dettagliata e certosina relazione curata dal Prof. e Poeta montalbanese Mimmo Di Stefano che in maniera delicata e profonda ha descritto gli intenti di Aliberti poeta, soffermandosi, tra l’altro, su “La Questione Meridionale in Letteratura” e sul grande lavoro compiuto dal poeta di Bafia che si trasforma, oggi, in un contributo illustre per l’umanità. Con grande stupore e orgoglio, Di Stefano ha, a fine serata, abbracciato in tutto e per tutto le convinzioni filosofiche, artistiche, culturali in genere del poeta di Bafia, rivelandosi anch’egli profeta e luminare dell’umanità, disponibile a lasciare un grande segno. Durante i ringraziamenti finali, Carmelo Aliberti ha voluto esprimere la sua convinzione riguardante la cultura come ancora di salvezza in un mondo dilaniato dalle multinazionali, dal mito del consumismo e dall’ignoranza che aleggia ai livelli più alti anche della politica italiana. “È per questo – ha detto –  che è necessario unirsi, come abbiamo già fatto, all’Unione Mondiale Poeti promossa dall’UNESCO e sentirsi parte attiva di una società che ha bisogno anche e soprattutto dei poeti per svegliarsi dal torpore dei nostri tempi. Bisogna leggere, armarsi, amare la cultura, aprire gli occhi ed a proposito vi consiglio “Attacco agli illuminati” di Monica Bauletti, segretaria di redazione della nostra rivista Per agire e per fare le rivoluzioni non sono necessarie le armi che le multinazionali vendono ai terroristi, dei quali i Potenti demoniaci della terra si servono, per operare ogni strage del Bene, al fine di accumulare nelle proprie mani tutta la ricchezza e il potere della terra e diventare gli unici uomini-dei della vita dell’uomo e del mondo, ma alla fine di una lotta spietata, trionferà l’amore che ha attraversato terribili prove con rischi mortali.  Perciò, è sufficiente accostarsi ad un libro, ricco di amore di poesia e di verità, come il poeta fa in ogni attimo della sua esistenza per riuscire ad ancorarsi ai divini valori del cuore,  riattingere le energie, logorate dal male del mondo, e poter continuare la sua guerra quotidiana contro i demoni che si annidano nei labirinti dell’essere ed operare per poterli debellare, con adeguati strumenti che solo la poesia, scintilla metafisica e indistruttibile donata al poeta dall’Entità Suprema, per continuare a lottare  contro la degenerazione del genere umano “perduto”, come dolorosamente pensava Vittorini in “Conversazione in Sicilia”, propria per poter donare alle vittime di ogni guerra e violenza, che divampano sul nostro pianeta, il caloroso conforto della speranza e della fede, in un mondo che, se vorrà ancora riconoscersi nel Creatore, dovrà distruggere dentro di sé i lemuri che continuano ad allucinarlo, con le armi affilate e soavemente penetranti della poesia. E’ seguito un dibattito animato che ha chiuso la serata e la consegna di una targa da parte dell’Amministrazione, tra complimenti, foto e richieste di autografi al protagonista dell’evento che con il suo ultimo “Messaggio d’Amore” ha lasciato al mondo un testamento, inconsapevole del fatto che quella  non sarebbe stata la sua ultima opera,come pensava che fosse, ma l’inizio di un’altra serie di lavori che dal suo cassetto usciranno per essere, ancora una volta, apprezzaie e custoditi dall’umanità.  

cristina saia CRISTINA  SAJA

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Informazioni su Monica Bauletti

Monica Bauletti, libri@monicabauletti.it Romanzi: -ATTACCO AGLI ILLUMINATI – EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -L’AMICA PIU’ PREZIOSA - EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -BERTA, LA LEGGENDA (PUBME.ME) 2017 -Racconto: VITE RIFLESE antologia UNA BELLA GIORNATA DI SOLE LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2015 -Racconto “RESPIRO” secondo classificato al premio letterario edizione 2014 “MILLE E… UNA STORIA” e pubblicato nell’antologia del premio. -Racconto “TU NON MI AMI” numero dicembre 2014 rivista internazionale di letteratura e cultura varia “3°m TERZO MILLENNIO” fondata dal poeta-scrittore-saggista professore Carmelo Aliberti. -Racconto "MARTINA VEDE LE COSE" antologia: SOFFIA UN VENTO CONTRARIO - L'IGUANA EDIUTRICE www.monicabauletti.it

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