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“Il giorno non è mai troppo lungo” – poesie – INTRODUZIONE di Domenico Distefano

“Il giorno non è mai troppo lungo”

Mentre le ombre della sera
si fanno sempre più lunghe,
mi diventano lucidi gli occhi
per tutti gli assenti,

8 Copertina del libro di Domenico Distefano

L’idea di realizzare una pubblicazione dei miei versi è nata qualche anno fa, in seguito all’occasionale partecipazione ad un concorso di poesia, dove ho ottenuto un inatteso e gradito riconoscimento. Mi ero messo in gioco, per incoraggiare i miei alunni a fare altrettanto, per la sezione a loro riservata, nello spirito olimpionico di Pierre de Coubertin, secondo cui è importante partecipare, non vincere. Si è concretizzato, però, durante l’«ozio» della quiescenza, per dare uno scopo al mio tempo libero.
Poiché li avevo composto, ho ritenuto che non potevano restare con me e non potevo non mostrarli agli altri, come la più naturale delle cose, come l’albero che non può nascondere i suoi frutti, il fiore i suoi colori, il sole la sua luce, il fiume la sua acqua. Così ho ripreso e rivisto poesie, che giacevano da tempo in un cassetto; le ho ordinate e ne ho aggiunto qualcuna nuova, facendo ricorso all’esperienza acquisita negli anni della mia attività lavorativa.
Molte di esse, quindi, risentono della mia maturità, ricca di passato e povera di futuro.
In maniera quasi del tutto spontanea ed involontaria, alla mia età, si accompagna la «presbiopia della memoria». Lungo i binari del tempo viaggiano veloci i vagoni dei ricordi, che sanno di zucchero e sale, di gioie e dispiaceri. Si rievocano soprattutto l’infanzia e la prima giovinezza e, pur con la consapevolezza di cose perdute ed irrecuperabili, si fanno rivivere per un po’, come periodi di ignara felicità, in attesa di un avvenire lieto e luminoso, dalle mille promesse. Ci si rende conto che il tempo rotola come foglia che il vento trasporta e sfugge come acqua di fonte tra le dita. Ci si rende conto che ogni giorno è una progressiva caduta di Icaro, sotto i raggi del sole, che consuma.
I ricordi spesso mi sfiorano l’anima, mi avvolgono, mi danno calore. Riemergono all’improvviso con intensità e forza esplosiva, senza un ordine logico preventivamente assegnato e poi si allontanano, lasciando il dolce o l’amaro e invitando a riflettere. Credo che mai su di essi si poserà la polvere dell’oblio.
Avere progetti da realizzare è forza straordinaria, per dare un senso all’esistenza umana e per pensare al domani con ottimismo e fiducia in sé. Il leggere e lo scrivere, a volte, alleviano l’ansia delle cure del giorno, impegnano scrutando il significato delle pagine, ristorano le forze dell’animo, fanno meglio accettare il presente, danno una prospettiva e una speranza. Scrivere, poi, diventa personalmente spontaneo e intimamente gratificante dopo aver provato un sentimento, che urge e prorompe, dopo essersi stupiti di fronte alle cose create, a partire dalle più semplici, ugualmente miracolose e misteriose, che bisogna cogliere nell’attimo fuggente. Allora le parole giuste vengono da sé. Sono parole ricche di echi interiori, cariche di riflessioni e di emozioni, quasi sempre legate a dati biografici, a esperienze realmente vissute, in una terra di rumori assenti e di voci nascoste, di contraddizioni e anche di ingiustizie. Sono squarci di natura pulsanti di vita, piccole quotidiane storie. Attingono alla principale fonte di ispirazione, il paese natìo, che mi ha visto crescere tra mura antiche, bagnate dal sudore di genitori e nonni, e dove mi sono forgiato il carattere, in un periodo in cui rimanevano ben saldi i legami generazionali.
Con l’animo di eterno bambino, nell’immanente, che non va al di là del sensibile e del tangibile, cerco le tracce di un trascendente, come realtà assoluta e perfetta, e spesso mi interrogo sui grandi problemi della vita (origine del mondo e di tutti gli esseri viventi, esistenza di Dio e dell’anima immortale, perché il male, la malattia e la morte) e attendo risposte razionali che non arrivano, né arriveranno mai. Tutto rimane avvolto nel mistero, travolto dalle stesse misteriose leggi meccanicistiche, che governano la materia, quasi a giustificare un improvvido destino.
Ampi squarci di luce sono solo guardando verso l’alto, verso il cielo infinito, perché in ognuno di noi si sente forte l’esigenza dell’esistenza di un essere superiore, che compensi la propria fragilità e limitatezza nel tempo e nello spazio.
E la poesia colma in parte questo vuoto, perché dà vita ad anonime pagine, scolpendo pensieri e mortificando l’apparenza, perché è tensione verso la suprema bellezza e perfezione, perché è elevazione dello spirito, dominio dei sensi e delle passioni, perché unifica i cuori con l’universalità dei suoi valori, perché risveglia le coscienze e le nostalgìe, predisponendole all’ascolto dei problemi del nostro tempo.
Essa nasce nelle ore di solitudine e di silenzio, di osservazione e di riflessione, traduce in parole i moti dell’animo, riesce a cogliere l’essenza delle piccole e grandi cose e le comunica agli altri, per cercare di capire il nostro stare nel mondo.
Sono temi dominanti il mito e la storia, la realtà e gli affetti familiari, il palpitare del divino nel cuore dell’uomo e le varie manifestazioni della natura nell’alternarsi delle stagioni: il sole che sorge o tramonta, la pioggia che cade, gli uccelli che volano e cantano, le nuvole senza patria, il vento che alita o sibila, il mare che affascina o incute paura, l’argentea luna e le tremolanti stelle. Ed è inutile andar lontano, quando si ha dentro di sé quello che serve, per sentirsi libero ed essere sereno. E’ nel profondo del nostro cuore l’ideale luogo, dove nascono e si conservano, come in uno scrigno pregiato, i più nobili e intimi sentimenti.
Per concludere l’introduzione alla mia raccolta, mi piace citare i significativi versi della poetessa tedesca di origine ebraica, Mascha Kaléko: “La mia poesia più bella?/ Io non la scrissi./ Emerse dal profondo delle profondità./ La tacqui/”.

RICORDI INDELEBILI

Mani ruvide, mai stanche,
di padre, di madre,
vergate dalla fatica,
tènere ad accarezzare
il volto dei figli,
per esprimere affetto,
per comprendere,
per dare sicurezza, serenità,
per programmare il domani,
per insegnare a pregare.
Hanno suonato lenti
i bronzi della Chiesa:
sono immobili, ora, quelle mani.

Il silenzio parla di loro
e di tanti parenti
ed amici sinceri,
quasi tutti dal volto
abbrunito dal sole,
solcato dalla pioggia,
con le mani callose
dal lavoro provate,
distinguibili da fotografie
scattate e rimaste oltre…

Mentre le ombre della sera
si fanno sempre più lunghe,
mi diventano lucidi gli occhi
per tutti gli assenti,
che oggi riposano
in case nuove, buie,
fredde, disadorne,
esposte alla pietà dei viventi.

Spesso le loro care voci
ritornano un attimo nei sogni:
mi parlano dei luminosi giorni
e delle inadempiute brame.
Scorrono le loro sagome
nitide a volte
e a volte confuse:
orientano ancora i miei passi.

Quanto è bella e intensa,
ma fugace la vita!
Assomiglia a scintille tra il fumo
dal vecchio focolare di mia nonna:
sembravano piccole stelle,
ma presto si spegnevano,
mentre pensierosi le guardavamo
io e mio fratello, seduti vicini.

Domenico Distefano è nato il 18/02/1948 a Montalbano Elicona (ME), dove risiede. Laureato in lettere classiche presso l’università di Messina, ha insegnato materie letterarie nelle scuole secondarie. Attualmente è pensionato. Ama la vita e la natura e nel tempo libero coltiva la passione per la poesia. I suoi versi lasciano intravedere una personalità protesa a carpire i segreti dell’anima. Ha partecipato ed ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi letterari. Sue liriche sono pubblicate in riviste e antologie di premi letterari.

Domenico Distefano

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Informazioni su Monica Bauletti

Monica Bauletti, libri@monicabauletti.it Romanzi: -ATTACCO AGLI ILLUMINATI – EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -L’AMICA PIU’ PREZIOSA - EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -BERTA, LA LEGGENDA (PUBME.ME) 2017 -Racconto: VITE RIFLESE antologia UNA BELLA GIORNATA DI SOLE LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2015 -Racconto “RESPIRO” secondo classificato al premio letterario edizione 2014 “MILLE E… UNA STORIA” e pubblicato nell’antologia del premio. -Racconto “TU NON MI AMI” numero dicembre 2014 rivista internazionale di letteratura e cultura varia “3°m TERZO MILLENNIO” fondata dal poeta-scrittore-saggista professore Carmelo Aliberti. -Racconto "MARTINA VEDE LE COSE" antologia: SOFFIA UN VENTO CONTRARIO - L'IGUANA EDIUTRICE www.monicabauletti.it

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