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#intellettualeoggi Chi è l’intelettuale oggi? dove va? che cosa fa? che cosa può fare?

La Rivista letteraria internazionale 3°m TERZO MILLENNIO

  invita tutti a una riflessione sulla funzione degli intellettuali oggi nei rapporti con il potere.

Chi sono oggi gli intellettuali? Dove sono? Che cosa fanno? Sono vittime anche loro del “sommerso” soffocati dalle grida di piazza e dai cazzeggi dei social network?

A introdurre l’argomento vi proponiamo un poemetto di CARMELO ALIBERTI

Seguirà un intervento del direttore responsabile della Rivista Internazionale Terzo Millennio, NINO MOTTA, laureato in Lettere e in giornalismo, per alcuni anni insegnante, chiamato dalla passione per il giornalismo, ha lavorato per 10 anni al Messaggero e per altri 13 al quotidiano IL CENTRO, del Gruppo Espresso -Repubblica dove ha curato diversi settore ed è stato capostruttura in Abbruzzo. Molte le sue inchieste giornalistiche di grande interesse e le corrispondenze come inviato speciale.

Non mancate al dibattito, siete tutti invitati a intervenire con opinioni, domande e riflessioni su una figura che la storia ci ha consegnato come un bene prezioso,

ma…
Lascio a voi proseguire.

CARO, DOLCE POETA (1978-1980)

Carmelo Aliberti

Erano i giorni dell’odio e del dolore
sul sentiero dei nidi di ragno
minato di insidie e di sangue tra bufere di scoppi e di cadaveri
di mani che falciavano i fratelli
per l’insania di sentirsi egemoni
nel labirinto dell’ira e del perdono
di occhi clandestini che inseguivano
vergini allori e caldi seni fiorivano sogni di libertà e d’amore

Poi nel sole di nuove primavere
deposero il mitra nei rifiuti
ti fasciarono con l’onda dei sospiri
ti ubriacarono con latte artificiale
ti anestetizzarono col mito vegetale
del bene collettivo
del patto di Marx con Dio
per le pure parallele geometrie

Eccoti tuffato nella pazienza della fame
nel sudario dei campi straziati
sui selciati dell’esilio per l’Europa
assediato dal gorgo delle lagrime
dal sorriso dei figli e delle madri

Eccoti nuotare nelle tossine della fabbrica
incollarti alla catena di montaggio
benedire la mano del padrone
che ti assicura lavoro e farmacia
che lavora lavora lavora
perchè con un salario la vita è dura
liofilizzati chicco pane
milton mister-baby poppatoio
Con l’auto di grossa cilindrata
la casa maiolicata – non importa
in affitto scadenze mutuate –
roulotte tv a colori jeans stagione
week-end di fine settimana
ferie liberamente programmate
alle Haway al Polo Nord sulla Luna
non importa non importa non importa
i conti tornano alla boa del mese
i figli con l’Honda la ragazza
chewing-gum barbarie discoteca
non importa il costo della vita
che sale nei ghetti i bimbi morti
di Napoli del Sud non importa
l’ombra del padre che rincasa
con il vuoto nel cuore e nelle mani


Ai padroni le materie prime il tuo salario
la mutua la ristrutturazione aziendale
le ville gli arenili le pinete
l’aereo lo yacht le piscine
l’harem il sole industriale
per la ginnastica cerebro-sessuale
è liturgia manageriale sai
costano un occhio devi capire
i sindacati recitano una parte
ti tutelano il diritto al lavoro
ma quando le cifre si squinternano
– sai, tutto s’accomoda
bustarelle lubrificanti in varie zone
occultazioni di frodi alimentari
concessioni di licenze abusive
estorsioni-esenzioni fiscali
mutui agevolati contributi
rafforzano l’impero aziendale
tutto proprio s’accomoda
in questo secolo di sadici in congedo
devi essere anche tu a fare sacrifici
compila con scrupolo
la denuncia dei redditi
traccia croci tra i minuscoli rettangoli
infarcisci con rigore le linee
non lesinare spazio alle chiamate
se non basta scrivi
scrivi scrivi
fin su la carta lucida le note
dichiara le cifre di pensione sociale
la disoccupazione gli assegni familiari
il contributo per eventuali funerali
dichiara lo spessore
dell’aria che respiri
e poi non tralasciare versa in fretta
fatti i conti l’obolo dovuto
la crisi sarà scongiurata
l’economia riacquisterà salute
la bilancia dei pagamenti equilibrata
nell’alcova della UE saremo uguali
e non importa se il canone impazzirà ancora
non importa se non avrai una casa tua
se i figli avranno ancora paura
di udire la voce dei padroni,
non importa se la ferita sociale
produce morti e ancora morti e ancora morti
follemente massacrati sugli asfalti
delle città bruciate, sulla soglia
di casa dietro i cancelli delle fabbriche,
la bistecca ora non manca è disponibile
cosmica surgelata a prezzi comodi
corri all’ipermercato per la spesa
sui detersivi e sulla plastica
avrai forti sconti puoi cambiare
senza anticipo a rate l’automobile
la mutua ti assiste il fegato
ti cura per telefono la cariatide
e tu sei libero libero libero
di vagabondare nei cunicoli
di questa città banale
imbozzolata nella diossina
di un universo astrale

vagabondare vagabondare vagabondare
per l’Europa e per tutto il pianeta
perchè elastica moderna è la catena
della tua felice schiavitù
Non fermare la macina del tempo
sfibrato da scadenze intellettuali
e quando la ghigliottina dell’industria
ti ha lasciato la cervice intatta
non lasciare varchi agli aghi del pensiero
agghindati di abitudini borghesi
di piaceri di diete energetiche di sesso
e se tanto non basta ancora aiutati
con una dose calibrata di psicofarmaci
programmati per la salvezza proletaria
della mefitica tensione alla demenza

Ai figli che contesteranno
il tuo patrimonio di nequizie
e nel ciclone di altre primavere
uccideranno ancora
in preda ad un eccesso di demenza
per un sorso di equità e di amore
o per sentirsi vivi nella noia
ai figli che piangeranno nel rimpianto
di non essere nati morti
umilmente dirai
che hai agito soltanto per il bene
di loro che crescevano ai tuoi giorni
anche tu hai comiziato contestato aggradito
i compagni-crumiri i sultani-boia
ma poi hai capito che chi ha farne
con la rabbia urlante nelle viscere
approda solo a vittorie effimere
se non è al timone della storia

E tu appeso al palo del supplizio
vittima-eroe padre-schiavo
ora dici che è tempo di martirio
s’innalzi sul Golgota del cuore
la croce dei peccati collettivi
s’invochi la clemenza del dio-ignoto
perché il disastro ecologico ci salvi

E i figli già sazi della tua ignavia
forse ti malediranno forse ti rinnegheranno
forse pronunzieranno sentenze di morte
per cancellare con te la tua inedia
che ha generato questi mostri-giorni
infiammati di odio e di viltà

Caro dolce poeta
mentre scrivo
sono gli anni degli assassini
e delle iene
ora è abbaglio
la luce del pensiero
è urlo ammanettato la parola

Questo secolo feroce ha affilato
i coltelli contro il dio-ignoto
Cristo è morto è morto lacerato
sui tralicci del sogno e dell’assurdo
e l’inno nuovo l’inno tintinnante
dell’amore perduto tra corrive
pareti di crolli e di speranze
dementi nel tuo grido
è sinopia di quell’avventura
sognata all’alba nella tua officina
per te per me per un nuovo futuro
sul frontespizio della tua poesia

Ora nella foresta buia
il passo della giustizia è illividito
dal segno della morte
l’idillio della libertà si è smorzato
tra i dissidi di Opulenza e Amore
Ora si è dissolta la fierezza
di starti accanto nell’agonia
della genuflessione e del pudore
io e tu siamo allo spiedo della storia
e questo giorno promesso paradiso
per noi dietro mitiche bandiere
si fa cronaca del monologo col cielo
in questo riarso capitolo di storia

Già la pieta scava crateri nel cuore
dove non sai se scendere o salire
e il rogo il rogo spaventevole il rogo
è pronto tra prigioni di demenza
a incenerire il tuo dramma e il mio
con i falò dell’inappartenenza
Caro dolce poeta la frontiera
che scruto oltre le ciglia
già straripa nell’anima che brucia
il tempo dell’attesa
nella terra rossa con le sue ferite
impastata di sangue e di ingiustizia

Ora ti scrivo per chiederti perdono
ho tradito ho tradito ho tradito
il tuo soave-dio
per i fatui malefici feticci
di questa disumana civiltà

Già la nube dell’apocalisse incombe
sulla luce degli occhi e della storia
già la lava del tempo urla l’ora
di verità-verifiche assolute
ed io ti giuro rinnegherò il mio dio
distruggerò nell’arena il bue-d’oro
e abbraccerò il fuoco del cilicio
quando nelle parole del silenzio
mi parlerà il senso
della tua vera libertà.

Carmelo Aliberti

Carmelo Aliberti

Monica Bauletti

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Informazioni su Monica Bauletti

Monica Bauletti, libri@monicabauletti.it Romanzi: -ATTACCO AGLI ILLUMINATI – EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -L’AMICA PIU’ PREZIOSA - EDITORE: LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2014 -BERTA, LA LEGGENDA (PUBME.ME) 2017 -Racconto: VITE RIFLESE antologia UNA BELLA GIORNATA DI SOLE LIBROMANIA (DeAgostini-Newton) 2015 -Racconto “RESPIRO” secondo classificato al premio letterario edizione 2014 “MILLE E… UNA STORIA” e pubblicato nell’antologia del premio. -Racconto “TU NON MI AMI” numero dicembre 2014 rivista internazionale di letteratura e cultura varia “3°m TERZO MILLENNIO” fondata dal poeta-scrittore-saggista professore Carmelo Aliberti. -Racconto "MARTINA VEDE LE COSE" antologia: SOFFIA UN VENTO CONTRARIO - L'IGUANA EDIUTRICE www.monicabauletti.it

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